Nelle aziende agricole umbre partner del progetto SEI BIOAS, i cinque giovani partecipanti stanno portando avanti le attività di bioagricoltura sociale inserite nel percorso della scuola esperienziale itinerante. Insieme ai proprietari delle aziende e agli animatori, tra piante da mettere a dimora, frutti da raccogliere, campi da curare, sviluppano relazioni sociali solide e competenze nuove attraverso le quali progettare nuovo futuro, per se stessi e con gli altri. Noi li abbiamo accompagnati per raccontare un percorso davvero emozionante.
Si potrebbero raccontare i loro sorrisi. Si potrebbero descrivere gli scherzi, le parole, gli abbracci sotto al sole. Si potrebbero riferire le chiacchierate, mai scontate, sempre piene di vissuti personali. Ma anche quando si riuscisse a trovare le parole giuste per fare di tutto questo una narrazione, non si riuscirebbe a ridare il senso delle emozioni che il progetto SEI BIOAS (www.seibioas.it) sta regalando a chi ha la fortuna di viverlo in prima persona.
Si chiamano Hiba, Francesco, Roberto, Tiziano e Stivi e sono i cinque protagonisti del progetto SEI BIOAS. Una ragazza e quattro ragazzi, tutti di giovane età, che attraverso il programma della Scuola Esperienziale Itinerante di Bio Agricoltura Sociale (è questo l’acronimo di cui si compone il nome del progetto), stanno portando avanti settimana dopo settimana un intenso calendario di lavoro e di apprendimento formativo all’interno delle aziende agricole partner dell’iniziativa, realizzata da AIAB Umbria in collaborazione con FELCOS Umbria e Fondazione Opere Pie di Perugia.
Nelle strutture di Amoenus, vicino Foligno appena sotto al sasso di Pale, della Cooperativa Sociale “L’albero di Zaccheo”, che gestisce nei pressi di Città di Castello l’Azienda agricola “Le Cascine”, della Cooperativa Sociale “Frontiera Lavoro”, poco distante da Bastia Umbra, della Società Agricola Biologica “Microcosmo”, a Magione, della Piccola Cantina Rossi, che produce vini biologici a Marsciano, dell’Agriturismo “Il Cerreto”, che a Bettona si occupa di agricoltura biologica, di COLTI.VA, che nell’hinterland di Perugia COLTIva VAlori e della Tenuta “I Cantalupi”, a Cantalupo di Bevagna (Pg), insieme all’animatrice sociale e coordinatrice del progetto Maria Teresa Vizioli, ai titolari delle aziende e ai loro addetti, i ragazzi svolgono le attività quotidiane che riguardano la semina, la cura delle piante di ortaggi e la loro messa a dimora, la raccolta e la lavorazione delle piante per la vendita nei mercati locali. Tutte attività grazie alle quali apprendono competenze in grado di sviluppare nuove opportunità di inserimento nel mondo del lavoro e, perchè no, anche di metterli nelle condizioni di aprire un giorno una propria esperienza d’impresa.
L’AGRICOLTURA SOCIALE, IL CUORE DEL PROGETTO SEI BIOAS
Ma il cuore del progetto SEI BIOAS, pensato con l’obiettivo di promuovere percorsi educativi rivolti a ragazze e ragazzi con vulnerabilità allo scopo di sensibilizzare all’inclusione, all’accoglienza e al rispetto della Terra, non è solo lo scambio di competenze messo in moto attravero la condivisione delle mansioni. Il senso più profondo della Scuola Esperienziale Itinarante è tutto nel significato dell’agricoltura sociale, intesa come laboratorio di relazioni il cui scopo è favorire serenità, autostima, apertura verso gli altri, sviluppando un “terreno fertile” per il mutuo apprendimento. E’ per tutto questo che le giornate passate accanto a loro, nella condivisione del lavoro e della fatica per la sua realizzazione, diventano tempo investito in bellezza, frutto di una conoscenza reciproca via via sempre più profonda e fin da subito autentica.
“Lavorando insieme a loro – ha detto durante una pausa dei lavori Luca Cacicchi, dell’Azienda agricola “Le Cascine”, gestita dalla Cooperativa Sociale “L’albero di Zaccheo” – riusciamo a sviluppare e a far emergere, in un clima di socialità, non solo la personalità di ciascuno ma ciò che realmente li appassiona”. Riflessioni sintetizzate, seppure con altre sfumature, anche da Walter Montefiori, titolare della Tenuta “I Cantalupi”. “Parlare con loro – ha detto Montefiori, con gli occhi lucidi per l’emozione – vederli all’opera così sorridenti e impegnati, trasmettere loro quello che so del lavoro e osservarli lavorare così perfettamente, è assoporare il senso più bello dell’agricoltura. E mi emoziona molto”.
E noi non possiamo che essere d’accordo, perchè basta star loro vicino, condividendo passi, sorrisi e parole, per sentire dentro tutto il calore umano che questa attività riesce a far nascere. Come dei veri germogli.
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