Il grande successo di Bee the Change e la volontà a proseguire nella fruttuosa cooperazione tra enti locali anche attraverso nuove proposte da sottoporre al governo italiano in tema di finanziamenti: sono questi i due elementi emersi dal Forum degli Enti Locali per la cooperazione internazionale in Palestina. Con il titolo “Il ruolo degli enti locali per la localizzazione dell’Agenda 2030. Esperienze e prospettive future di cooperazione in Palestina”, l’incontro ha dato spazio all’entusiasmo degli attori palestinesi e italiani coinvolti nel progetto Bee the Change, partito nel 2018, finanziato da Aics, promosso da Regione Umbria e realizzato da Felcos Umbria.
Al centro degli interventi l’estrema importanza che in un mondo globalizzato e gestito sempre più dai rapporti tra Stati e istituzioni internazionali ha – al contrario – la collaborazione tra enti territoriali. Una realtà ancora più visibile nell’area mediterranea, popoli accomunati da tradizioni comuni e da comuni problematiche. Tra queste lo sviluppo socio-economico e la sostenibilità ambientale, i due grandi filoni che hanno accompagnato Bee the Change in questi anni di attività tra Ramallah e Jenin nel settore apistico e in quello della filiera delle piante officinali e aromatiche.
Lo ha sottolineato in apertura Lucia Maddoli, vice direttrice di Felcos: «Questo Forum chiude il progetto Bee the Change, i cui risultati evidenziano tre punti di forza: puntare su settori come apicoltura e le erbe officinali che permettono di lavorare sugli aspetti economici, ambientali e sociali dello sviluppo; rafforzare l’amicizia tra enti locali palestinesi e italiani e poi tra Anci e Apla; dare continuità alle relazioni con i partner palestinesi, da Aowa agli enti locali fino alle cooperative degli apicoltori. Tutti indicatori che ci dicono che la cooperazione è efficace».
Il ruolo della cooperazione internazionale
Con un videomessaggio si è aperta la sezione del Forum dedicata alle prospettive future e che vede coinvolte le istituzioni italiane: quello inviato da Marina Sereni, vice ministra agli affari esteri: «Bee the Change è stato ed è uno dei progetti da portare ad esempio di cooperazione decentrata positiva verso i Territori occupati palestinesi, rivolto a donne e giovani, capace di creare lavoro per le fasce che soffrono di più tradizionalmente e a causa della pandemia. Non solo: interviene in maniera positiva sulla sostenibilità ambientale e l’agricoltura sostenibile, per essere contemporaneamente produttivi e sostenibili ed è stato in grado di costruire un dialogo costruttivo con le municipalità palestinesi. La cooperazione decentrata può avere un ruolo importante. Nella seconda metà di quest’anno anno è prevista una Conferenza nazionale sulla cooperazione internazionale e il ruolo degli enti locali nella cooperazione».
Una novità che si aggiunge a quella presentata da Giuseppe Fedele, console italiano a Gerusalemme, una proposta da portare a Roma per una nuova gestione dei finanziamenti della cooperazione internazionale allo sviluppo: «Sto maturando una proposta da sottoporre a Roma, visto che nell’ultimo bando lo spazio era limitato: prevedere una riforma ad hoc dedicata alla cooperazione tra enti territoriali locali italiani e palestinesi, senza che debbano competere con tutti gli altri. Anche perché questi progetti sono un ponte verso le associazioni della società civile palestinese».
Il ruolo degli enti locali
Dall’esperienza degli enti locali palestinesi ha attinto Bee the Change per portare avanti i due filoni del progetto. Come il comune di Arrabah: «Le nostre condizioni politiche sono diverse da quello del resto del mondo, siamo sotto occupazione e con la pandemia abbiamo affrontato ulteriori sfide – ha spiegato il sindaco Ahmad Arda – Abbiamo creato un’infrastruttura per le associazioni per distribuire acqua ed elettricità gratuitamente e per fornire loro le terre per le coltivazioni. Parte del budget del comune è andato alla lotta alla disoccupazione».
A chiudere idealmente il dibattito sul ruolo degli enti locali sono state le due associazioni che, in Palestina e in Italia, li rappresentano: Apla e Anci. «Invitiamo Felcos a tenerci in considerazione come partner per progetti in futuro, per identificare prossimi eventuali territori che necessitano di un intervento e per individuare le priorità, nell’ambito della sostenibilità e dello sviluppo locale», l’appello del sindaco di Ramallah, Musa Hadid, anche presidente di Apla, l’associazione degli enti locali palestinesi.
Un appello raccolto da Simonetta Paganini, responsabile del dipartimento rapporti con associazioni Ue ed extra Ue dell’Anci: «È importante il ruolo degli enti locali per realizzare l’Agenza 2030, perché chi meglio dei sindaci individua le priorità? L’Agenda è sterminata, ma per avere successo bisogna partire dalle risorse, le capacità e le opportunità che ci sono e dalle criticità da risolvere. Il sindaco sceglie dove destinare un finanziamento e un impegno, garantendo che l’uso delle risorse sia efficace».
A questo link è possibile rivedere la diretta del Forum degli Enti Locali per la cooperazione internazionale in Palestina: